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Proud Member of The Gyr Foremast Association Ammessi dalla Macchina N°1
Luglio 1997

Alcuni estratti dal secondo foglio:

Rifai

rifai con orme di sorrisi
le scintille sul bianco aggiustandone le spire

anche l’iride trema
di note che si trafiggono
nell’anima nostra

Una Foto di Bukowsky Filastrocca Acida

Non m’importa
chi sei cosa mangi cosa leggi
cosa pensi cosa sogni cosa ascolti
come dormi come guardi come trombi
dove vivi dove studi cosa spendi
perché viaggi cosa provi cosa senti
non m’importa proprio niente,
ed anche se a te pare
che io sia un buon amico
non mi vai per niente a genio
il motivo è ormai palese
per poter sputar sentenze
ci vorrebbe un patentino
ed io non sono qui per
questo.

Se non come forzieri...

Se non come forzieri
custodissimo sempre
i riflessi velati
dei fuochi dell’anima
le lande desolate
che con pesanti passi
calpestiamo di giorno
in giorno rabbuiati,
si inonderebbero
di piogge ristoratrici,
s’aprirebbe a tenere
nuove orme esili
questa radura secca
d’arsi sterpi bruciati
che non conosce rose.
_____________________
Scalza

sotto un ponte di sabbia
nel manto dei giardini
giostrato dagli astri

sapori
rivolti al soffice

Una gita in bicicletta

Lungo l’argine
il viottolo sterrato
nascosto ed animato
da bacche d’agrifoglio.
Correvamo veloci
fino al ponte di ferro
che il tormento del fiume
vorticoso e incessante
veglia, con scrupolo antico.

E noi passiamo leggeri
al domani.

Non dir nulla

Non dir nulla
linguaggio fine
infranto caldamente :
irrorata

Dopo la mattina

Una scena ripetuta più volte. L’acqua del rubinetto che scorre nel lavandino, la luce riflessa dai muri è gialla, e un pezzo di ferro scuro che faceva parte del mio dente è appoggiato sul ripiano, sotto lo specchio. Sensazione di non avere sensazioni guardandomi allo specchio. Fame che si confonde con nausea. Capelli nelle mani e nel lavandino pulito. Sposto i capelli dalla fronte ; non sono calvo e non lo sto diventando.

Ieri mi sono confrontato
da uno sconosciuto, eravamo
Rimini, io e i nonni materni,
solita cena da pensione rivie
ci avvicina con una macchina
quelle vecchie, e ci chiede
amo essere fotografati.
qualcuno da lui il permesso
immortalato in una foto, che
con una foto scattata
al mare,vicino a
stavamo mangiando la
rasca,quando un tizio
col flash, una di
gentilmente se vogli_
          Evidentemente
e così io vengo
a detta di molti tra

parenti e amici, è una delle mie migliori. Sorriso ingenuo e sicuro di sè, incosciente e sprovveduto che ostenta sicurezza senza saperlo. Dovrebbe essere questa l’infanzia. Dietro, una pesante tenda che nascondeva la vista della strada ai clienti dell’albergo, fa da sfondo al ritratto del giovane ; era forse il 1988. E credo che sia anche l’utima foto bella che mi ritrae...

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