Ammessi dalla Macchina N°2
Luglio 1997

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All'ingresso stava per cadere, perchè dietro alle porta c'era ancora un gradino. "Non hanno molti riguardi per il pubblico", disse "Non hanno molti riguardi per nessuno" disse l'usciere "guardi qui che sala d'aspetto". Era un lungo corridoio, dal quale rozze porte conducevano alle varie sezioni del solaio.Benchè mancasse la luce non era del tutto buio....
(F.Kafka, Il Processo)

Dietro domanda del medico elencò le sue sofferenze recenti, le solite. Il medico dondolò il capoe disse di volerlo visitare. Entrarono in una camera, lui era davanti. Entrarono in una camera a pareti scialbate di giallino, con due finestre, di cui una chiara aperta sulle robinie, sulle cicale,e a due letti. I monti del settentrione. Quasi nero,a travi e ad assi, il soffitto:verniciato con l'olio di lino in una tinta afumata, com'era uso in Spagna, un tempo.
(C.E.Gadda, La Cognizione del Dolore)

ACamminiamo una sera sul fianco del colle
in silenzio. Nell'ombra del tardo crepuscolo
mio cugino è un gigante vestito di bianco
che si muove pacato, abbronzato nel volto
taciturno. Tacere è la nostra virtù.
(C.Pavese, I Mari del Sud)

Era una lunga via dallo studio del Direttore al piccolo quartiere appartato dove la povera Elisa aveva così lungamente sofferto ed ora stava morendo. C'erano scale da scendere e da salire, lunghi corridoi da percorrere, cortili da atraversare.
(A.Fogazzaro, Piccolo Mondo Moderno).

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